Amianto, morto il dipendente che aveva accusato la Rai

di Giulio Pinco Caracciolo
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Mercoledì 15 Maggio 2024, 06:05

Aveva fatto domanda all’Inail per richiedere il riconoscimento dell’esposizione professionale all’amianto sul posto di lavoro ed era stato visitato solo il 23 aprile scorso, ma con un mesotelioma pleurico il tempo purtroppo è tiranno. Non ce l’ha fatta Mariusz Marian Sodkiewicz, l’ex dipendente Rai - morto lunedì mattina a 62 anni - convinto di essersi ammalato all’interno della sede di viale Mazzini. La procura di Roma ha aperto un fascicolo per lesioni personali colpose, affidato al sostituto procuratore Fabio Santoni, e ha disposto l’esame autoptico pochissime ore prima del funerale svoltosi ieri nella chiesa di Santa Maria della Neve a Penna di Caverina, in provincia di Terni. Nelle scorse settimane - dopo l’intervista al giornalista Franco Di Mare affetto dal suo stesso male - Mariusz si era fatto coraggio e aveva raccontato la sua storia alla stampa.

LA CARRIERA
Nato in Polonia a Lubsko, nel 2002 l’inizio della carriera nella tv di Stato dove ha svolto svariate mansioni compreso l'ufficio stampa del Prix Italia, il progetto Digitale Terrestre, la Direzione Risorse Umane e quella Tecnologie. I primi sintomi del “killer silente” si manifestano nell’estate del 2023 e la diagnosi è delle peggiori: mesotelioma pleurico. Gli esami clinici confermano il legame tra la malattia e l’esposizione all’amianto. Un problema di cui la Rai in realtà era a conoscenza da tempo e per il quale aveva già destinato considerevoli fondi nel corso degli anni.

Tra il 2010 e il 2012 era stato disposto un piano di bonifica, ma le misure di sicurezza evidentemente non sono risultate efficaci.

In particolare negli scorsi mesi Sodkiewicz aveva denunciato di aver assistito alla bonifica durante l’orario di lavoro e di conseguenza di essere stato esposto alle fibre disperse pericolosamente nell’aria proprio in quell’occasione. Per la tutela dei propri diritti Sodkiewicz si era rivolto all'avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio nazionale amianto, da tempo impegnato a fare chiarezza sulla presenza dell’amianto negli edifici della televisione di Stato italiana. Binanni lo scorso marzo, in qualità di rappresentante legale della famiglia, aveva presentato una denuncia querela alla Procura di Roma. «Una morte - sottolinea l’avvocato - che solleva anche interrogativi sulla sicurezza sul lavoro e la responsabilità delle istituzioni. Una delle tante e dolorose testimonianze delle conseguenze devastanti dell’esposizione all’Amianto sul luogo di lavoro. Inoltre la denuncia con l’ipotesi di reato per lesioni colpose si riferisce a quando l’uomo era ancora in vita, adesso dopo la triste scomparsa il capo d’imputazione potrebbe cambiare in omicidio colposo».

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